La porta murata di piazza Vittorio. Tre passi nell'occulto

#SegretidiRoma

di Rosanna Pilolli 02/07/2016 CULTURA E SOCIETÀ
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La piazza Vittorio Emanuele nel cuore del quartiere romano dell’Esquilino  a  due passi dalla Stazione Termini è  uno dei luoghi di Roma di intenso traffico. il martellamento dei motori  delle automobili sembra parlare soltanto dei tempi attuali. In una dimensione magica tuttavia  è possibile veder  nei giardini di quella piazza una porta magica che conduce l’ immaginazione dei visitatori nel regno oscuro dell’occulto. 

Questa Porta magica detta anche Porta Alchemica era  nell’epoca barocca, l’ingresso del laboratorio esoterico di Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte notissimo  nella Roma del 1600 per la sua attività nelle scienze esoteriche, le pratiche occulte e gli studi della scienza alchemica con l’osservazione dei fenomeni soprasensibili e le ricerche nei  misteri nelle città dei morti.. Era inoltre appartenente all’Ordine esoterico dei Rosacroce.

 Nei saloni della sua villa  si volgevano convegni e sedute spiritiche alle quali era presente la parte più colta della nobiltà romana e frequentate anche dalla regina Cristina di Svezia negli anni della sua  permanenza a Roma . Durante tali incontri venivano richiamate le ombre dei trapassati  mentre i vivi si dedicavano  a far rinascere dalla oscurità del mistero il proprio Essere più profondo e perfetto.

Accanto a Massimiliano Palombara lavorava e studiava  il suo amico Borri un medico milanese alla ricerca come alchimista della formula della pietra filosofale con la quale si trasformava il piombo in oro. Perseguitato dalla Inquisizione come sovvertitore delle regole religiose fu costretto a fuggire da Roma lasciando al Marchese di Pietraforte tutti i suoi preziosi appunti e le carte che avrebbero portato alla scoperta alchemica della pietra filosofale. 

Nessuno però fu in grado di decifrare quegli scritti. Palombara  fece murare  allora. la porta del suo  laboratorio chiudendovi tutti i documenti lasciati da Borri. Questo alchimista continuava intanto la sua fuga  alla volta di città italiane più ospitali e infine in molti Paesi del centro Europa. Il tribunale dell’Inquisizione non si arrese e lo condannò a morte in contumacia Ma dovette accontentarsi di bruciarne la effige a grandezza naturale . 

Quando nel 1800 la villa di Palombara fu distrutta per far posto alla nuove costruzioni, la Porta magica rimase intatta. 

Possiamo vederne ora  il frontone  sul quale si trova il medaglione d’entrata con i simboli alchemici del doppio triangolo mentre sui due stipiti figurano alcuni simboli esoterici con i loro misteriosi significati.


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